Per avere lettori, bisogna leggere a nostra volta. Per creare coinvolgimento, facciamoci coinvolgere. Raccontarsi in maniera efficace richiede anche un pizzico di curiosità verso gli altri, altrimenti, a chi parliamo?
Guarda le nuvole e sorridi, ma tieni i piedi per terra. Arte e filosofia sono fondamentali per lo sviluppo del pensiero umano ed è quindi fondamentale utilizzarle per dare spessore ai nostri contenuti, ma sempre mantenendo un approccio concreto, che non si discosti troppo dal nostro focus: chi siamo, perché abbiamo un valore aggiunto. In questo modo, riusciremo a far sognare chi ci legge, senza perdere il legame concreto col nostro obiettivo.
I contenuti che creiamo sono più belli se si mantengono essenziali. In questo senso, per scrivere in maniera efficace, specie nel digitale è utile scrivere molto quando sentiamo l’ispirazione. Da quello che otterremo da questi momenti di ispirazione, è poi necessario asciugare e pulire il testo il più possibile. In questo senso, è consigliabile utilizzare frasi brevi in modo da arrivare dritti al punto assieme a chi ci legge.
Come per qualunque attività di business, anche quando si cominciare un progetto editoriale (un blog, un profilo social o un sito web) è sempre bene ragionare nel lungo termine. Se lavoriamo sodo, ci auguriamo, infatti, di poter far durare i nostri progetti il più possibile. Per questo, è necessario ragionare fin da subito secondo un’ottica che sa guardare lontano: se ora pago qualcuno per far scrivere i primi articoli del mio blog, come farò a mantenerlo aggiornato da qui a sei mesi?
Così arriviamo al punto legato all’autonomia. Se ne abbiamo la possibilità economica e la voglia, possiamo delegare la parte relativa all’organizzazione dei contenuti e alla comunicazione nel suo complesso. Se, viceversa, non possiamo (ancora) sostenere questa spesa, è bene capire come riuscire a creare dei contenuti in maniera autonoma, costante e consapevole.
Creare un legame con chi legge è sempre fondamentale. Interessare, attirare l’attenzione e mettersi nei panni del lettore o lettrice è la base di quello scriviamo. I nostri contenuti, quindi, devono certamente essere per noi motivo di soddisfazione, ma nascono con un obiettivo: far arrivare un’informazione, emozionare, creare relazioni.
Questa doveva essere forse la regola numero uno che si articola in 3 aspetti. - Rispetto delle fonti: quando ne abbiamo diritto, se usiamo qualcosa creato da altri, utilizziamo sempre citazione e tag. - Rispetto di chi ci legge: evitiamo giudizi decisamente negativi in favore di proposte costruttive e positive e presentiamo contenuti di valore. - Rispetto di se stessi e delle proprie idee: se stai scrivendo in prima persona, pensa al lettore ma godi della libertà di esprimere quello che ritieni importante.
Se ci troviamo nel web, che ci piaccia o no, siamo nella rete di Google. E Google, che ci piaccia o no, ha delle regole di base che possiamo o meno applicare nella creazione dei nostri contenuti multimediali. Farsi indicizzare da Google non significa necessariamente avere l’obiettivo di raggiungere a tutti i costi la prima pagina delle ricerche, ma sapere di avere a disposizione uno strumento che ci permette di essere trovati e va usato con cura e una buona dose di consapevolezza digitale.
Come nella vita reale, anche nel digitale può capitare di sbagliare. La perfezione a tutti i costi sui social ha stancato. Invece di dover temere gli errori e poi nasconderli, scegliamo di metterli bene in mostra, raccontarli e trarre i nostri insegnamenti.
Creare contenuti sempre nuovi, efficaci e sorprendenti è un lavoro vero e proprio. Se non è possibile delegare questa attività e neanche starci dietro secondo tempi dettati dagli algoritmi della rete e dei social network, possiamo però scegliere di ridurre e riutilizzare l’esistente. In altre parole, riprendere materiale già creato e dedicarsi a un lavoro di ottimizzazione e aggiornamento dell’esistente è cosa buona e giusta.
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